Cavoli e re, opera prima di O. Henry, rimasta famosa per l’invenzione del termine e del concetto di «repubblica delle banane», si presenta come una specie di vaudeville, nel quale ogni capitolo è un numero che può stare a sé, anche se non manca un sottile filo conduttore. Viene riprodotta fedelmente la situazione dell’America Centrale tra Ottocento e Novecento, dominata dalla United Fruit (chiamata Vesuvius nel libro), che faceva e disfaceva i governi e si accaparrava le terre migliori, curando i propri interessi a scapito delle popolazioni locali.
Il libro ha origine dal soggiorno di O. Henry in Honduras (l’Anchuria del libro), per sfuggire alla giustizia americana.
Per la piccola colonia straniera questo paese è una specie di «terra dei Lotofagi», dove si vive in un’atmosfera di sogno e d’oblio.
È anche un palcoscenico dell’assurdo, dove nulla è quello che sembra: non a caso il racconto è presentato dal personaggio di un geniale nonsense di Lewis Carroll, The Walrus and the Carpenter («Il tricheco e il carpentiere»), dal quale è ripreso il titolo stesso del libro. Come dice il carpentiere, può essere compreso solo dall’orecchio del tricheco, che non si cura di distinzioni logiche. E così deve fare anche il lettore.
O. Henry (1862-1910), pseudonimo di William Sydney Porter, ebbe una vita molto avventurosa.
Impiegato di banca a Austin, Texas, fu accusato di appropriazione indebita. Poco prima della data fissata per il processo fuggì in Honduras, paese col quale non esisteva un trattato di estradizione.
Cavoli e re venne scritto proprio in questo periodo (luglio 1896 – gennaio 1987), e pubblicato nel 1904. Tornato in America, O. Henry fu arrestato nel 1898, ma rilasciato per buona condotta nel 1901. Fu autore di numerosissimi racconti, successivamente raccolti in diversi volumi. Molti sono veri capolavori, che mettono in scena rappresentanti delle classi inferiori. Dalla critica O. Henry è stato accostato alla corrente del naturalismo e a Guy de Maupassant