Pubblicata nel 1931, questa raccolta offre tredici fra i migliori racconti di Faulkner. Luoghi, personaggi e atmosfere tipiche della prosa del grande autore statunitense. Gemme di una collana che, grazie a una scrittura cesellata e magistrale, tratteggiano un affresco multiforme della narrativa faulkneriana: tutte sono composte dalle risorse letterarie apparentemente inesauribili del loro autore, vale a dire la sua ossessionante conoscenza delle frustrazioni, delle perversioni, delle imbecillità, in una parola, delle compulsioni di ogni genere che spingono i suoi uomini e le sue donne a comportamenti che oscillano distrattamente dal massimo dell’eroismo al massimo della degradazione. Tredici esempi perfetti di cosa dovrebbe sempre essere un racconto. Comprende, fra gli altri: Una rosa per Emily, Vittoria, Divorzio a Napoli, Pellerossa e Settembre arido.
William Faulkner (1897-1962) è uno dei maggiori scrittori in prosa degli Stati Uniti e forse il massimo esponente del modernismo della letteratura di lingua inglese. I suoi racconti di esordio uscirono all’indomani della prima guerra mondiale. Il primo romanzo, Sartoris (1929) uscì nello stesso anno del suo altro grande capolavoro The Sound and the Fury (L’urlo e il furore).
Nel 1931, il romanzo Sanctuary (Santuario) gli dette il successo e consolidò la sua carriera di scrittore. Vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1949 e il Premio Pulitzer nel 1954. I suoi racconti e i suoi romanzi, fra i quali spiccano Absalom, Absalom! (Assalonne, Assalonne!) (1936), The Unvanquished (Gli invitti) (1938) e Go down, Moses (Scendi, Mosè) (1942) sono ormai dei classici contemporanei.