Per la prima volta tradotto in italiano, il romanzo breve La monaca rientra nella tematica più genuina di Aphra Behn: la polemica contro la repressione del desiderio femminile, vuoi con i matrimoni combinati, vuoi, come qui, con il voto monacale. La storia ne mostra i disastrosi effetti: la giovane Isabella, che avrebbe potuto vivere felice nel mondo, avrà prima l’anima dolorosamente lacerata, poi fuggirà dal convento rubandone i beni, e infine verrà spinta al delitto. The History of the Nun, uscì nell’anno della morte di Aphra, il 1689. Durante la sua vita Aphra Behn aveva destato scandalo, sia per la rappresentazione letteraria del desiderio femminile sia per la sua libertà di vita. Ebbe amanti di entrambi i sessi ed ebbe in particolare una relazione con l’avvocato John Hoyle, notoriamente bisessuale. Dopo secoli di discredito, negli ultimi decenni l’opera di Aphra
Behn è stata ampiamente rivalutata, soprattutto da scrittrici e critiche femministe. Un vero elogio le fu tributato da Vita Sackville-West con il volume Aphra Behn – The Incomparable Astrea (1927).
Virginia Woolf, in A Room of One’s Own (1929) inserisce un’intera sezione dedicata a lei.
Aphra Behn (1640-1689) fu la prima o una delle prime autrici inglesi a guadagnarsi da vivere scrivendo. Già questo fa di lei una figura fuori degli schemi prevalenti e comunemente accettati nell’Inghilterra del XVII secolo. Il suo essere donna, i temi da lei affrontati nelle sue opere letterarie, e la sua stessa vita avventurosa contribuirono a circondarla di un’atmosfera di scandalo durante la sua vita e a suscitare interesse in età più vicine a noi. Solo negli ultimi anni Aphra Behn cominciò a pubblicare opere di narrativa. Il suo maggiore successo, il romanzo Oronooko, uscì nel 1688