“Duetto” di Fabrizio Guarducci


La vicenda esemplare di un affermato violinista che improvvisamente si trova letteralmente in mezzo a una strada: licenziato in tronco dall’orchestra del teatro, cacciato dalla moglie e dalla figlia di casa e abbandonato perfino dalla sorella, non gli rimane altro che aggrapparsi alla musica per cercare di risollevarsi.

L’incontro, casuale o causale, con un’ex allieva lo porterà a ricominciare proprio dal marciapiede una nuova esistenza, in un Duetto nel quale prima la musica al di là delle parole può divenire il solo linguaggio per trasmettere ragione e sentimento: unica via per evitare gli inganni del parlarsi, ormai divenuto scambio “tossico” nel circolo vizioso e meramente mercantile della cosiddetta comunicazione.

Un esperimento che in un’appassionante girandola di eventi fino all’inaspettato finale, sfiora l’utopia impossibile, e quindi realizzabile.

Analogamente a quello tentato dall’autore, che qui prosegue il discorso iniziato con La sconosciuta, anche stavolta partendo dalla scrittura letteraria per poi tradurla in immagine filmica, in un continuum multimediale originale e senza precedenti.

Fabrizio Guarducci, Duetto, romanzo breve, pp.113

Euro 10

Fabrizio Guarducci, singolare figura impossibile da etichettare si è dedicato, tra le tante sue attività, alla ricerca dei linguaggi quali strumenti per migliorare l’interiorità dell’individuo e per trasformare in positivo la realtà che lo circonda, sempre con piglio situazionista. È, inoltre, autore cinematografico: Paradigma italiano (premiato al PhilaFilm, 1993), Two Days (2003) e Il mio viaggio in Italia (vincitore del Golden Eagle, 2005). In veste di autore, produttore e regista ha realizzato Mare di grano (2018). Tra i suoi libri i saggi La parola ritrovata (2013), Theoria, il divino oltre il dogma (2020), e i romanzi Il quinto volto (2016), La parola perduta (2019), La sconosciuta (2020)